La Giornata del Traduttore: relazione su una bella occasione di crescita
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La Giornata del Traduttore: relazione su una bella occasione di crescita

La Giornata del Traduttore: relazione su una bella occasione di crescita

Partecipare alla Giornata del Traduttore a Pisa non è solo un appuntamento di formazione, ma una vera occasione di crescita professionale e umana, un evento che permette di ascoltare interventi di relatori di alto livello, affrontare argomenti di estremo interesse, incontrare colleghe/i e condividere con loro opinioni ed esperienze. Ecco di cosa si è parlato all’edizione 2017.

Soddisfare i clienti è una questione di chimica: ecco gli ingredienti

Sappiamo tutti che soddisfare il cliente è l’obiettivo primario da perseguire, ma sappiamo anche che non sempre è facile raggiungerlo. La soddisfazione del cliente, infatti, dipende da una serie di fattori e spesso anche dall’approccio del traduttore stesso. Durante la Giornata del Traduttore i relatori hanno fornito una panoramica sugli “ingredienti” necessari e sugli “approcci” delle due parti coinvolte: i clienti e i traduttori.

I clienti

La conoscenza dei propri clienti è un elemento fondamentale per ogni imprenditore, anche per noi traduttori ed interpreti. Ecco perché la prima parte della giornata è stata dedicata all’analisi dei comportamenti di acquisto dei nostri clienti, alle loro caratteristiche e richieste.

a) Come acquistano? Tendenze e comportamenti

Nel primo intervento della giornata Renato Beninatto, business consultant operante nel campo della ricerca di mercato e della consulenza sul mondo della traduzione, ci ha parlato dei risultati della ricerca condotta dalla sua società, la Nimdzi, proprio sul comportamento di acquisto dei clienti. La ricerca ha evidenziato che nelle decisioni dei clienti prevale l’importanza data alla qualità del servizio, all’attenzione che il traduttore riserva loro, alla disponibilità ed affidabilità del traduttore e che, se il cliente ha fiducia nel traduttore, il prezzo riveste una quota marginale nelle sue decisioni (solo il 25% delle aziende partecipanti alla ricerca lo ha indicato come elemento essenziale).

b) Chi sono? Lo studio di traduzione

Una volta compresi i comportamenti di acquisto dei clienti, è ovviamente importante capire chi sono o potrebbero essere i nostri clienti, tra cui certamente rientrano gli studi di traduzione. Nel suo intervento Mirko Silvestrini, presidente UniLingue e CEO di Rapitrad, ha presentato una panoramica chiara e a tratti anche molto simpatica sugli studi di traduzione: chi sono, come funzionano, cosa richiedono ai propri traduttori, come si può collaborare con loro? L’intervento ha risposto a queste domande, focalizzando l’attenzione sulle competenze e gli skills richiesti ad un traduttore, sulle diverse modalità di collaborazione con uno studio di traduzione, cercando di sfatare alcuni miti e facendo chiarezza su alcuni punti importanti.

c) Chi sono? L’Unione Europea

Un altro importante “cliente” è ovviamente l’Unione Europea, di cui ci ha parlato Katia Castellani, traduttrice della Commissione Europea, referente in Italia per i rapporti tra la Direzione Generale Traduzione e gli operatori della traduzione in Italia. Nel suo intervento la relatrice ci ha aiutato a capire come si colloca la traduzione nel contesto europeo e qual è il lavoro della Direzione Generale Traduzione (DGT), soffermandosi in particolare sulle tipologie di traduttori (funzionari, tirocinanti, agenti contrattuali, contraenti esterni) di cui si avvale la DGT e sulle modalità di accesso a tali posizioni (concorso, tirocini, contratti a tempo determinato, gare d’appalto, inviti a manifestare interesse).

d) Chi sono? Le case editrici

L’intervento di Antonio Tombolini, fondatore e CEO di StreetLib, ha proposto una visione diversa del traduttore e del suo ruolo nell’editoria online. Partendo dall’analisi dell’impatto del digitale in editoria, il relatore ci ha condotti alla scoperta del mondo del self-publishing, un settore editoriale che proprio con il digitale sta conoscendo una fase di crescita grazie alla nascita di piattaforme su cui gli autori possono vendere i propri e-book, anche all’estero. Si è soffermato in particolare sul fatto che nell’editoria online cresce non tanto la richiesta di traduzione, ma piuttosto la richiesta di globalizzazione dei contenuti e dei messaggi e quindi questo può essere un settore interessante per il traduttore che si veda nella nuova veste di “globalizzatore di contenuti e messaggi”.

I traduttori

La seconda parte della giornata è stata dedicata agli altri protagonisti dell’equazione, cioè noi, i traduttori. Gli interventi del pomeriggio hanno mostrato che cambiando il nostro approccio al lavoro e soprattutto la nostra visione di noi stessi come professionisti si aprono interessanti scenari lavorativi, nuove figure professionali.

a) Come si propongono? Da traduttori/interpreti a consulenti

Paolo Maria Noseda, interprete, traduttore, ghostwriter, ci ha spiegato quanto sia importante per noi traduttori/interpreti oggi capire che il nostro ruolo non è più solo quello di svolgere il semplice compito traduttivo, ma sempre più spesso quello di interagire su più livelli (linguistico, culturale, sociale, ecc.) e fare comunicazione interculturale. Il lavoro del traduttore e dell’interprete è sempre più un lavoro di consulenza, fatto di ascolto delle esigenze del cliente, dialogo e collaborazione senza prevaricazione, ed è un elemento prezioso per i clienti, che ci permette al contempo di fare un lavoro didattico, cioè di insegnare ai clienti a capire meglio cos’è il nostro lavoro.

b) Chi sono? Traduttori editoriali scout

Barbara Ronca, traduttrice editoriale, scout e blogger, ci ha parlato invece della nuova figura emergente nel mondo dell’editoria: il traduttore scout. Nel suo intervento la relatrice ci ha condotto in una panoramica del lavoro di questa nuova figura che vede il traduttore passare da semplice lavoratore della conoscenza a insight worker, ossia un professionista che non solo conosce, ma capisce come funziona un determinato settore, ha empatia, è un collaboratore, aiuta a risolvere problemi. Diventare traduttore editoriale scout può essere un’alternativa interessante, un nuovo approccio alla professione, ma occorre conoscere il mercato editoriale e capire che gli editori oggi sono imprenditori, quindi devono produrre buoni libri che rispecchino il profilo dell’editore e far quadrare i conti, non solo fare cultura.

c) Chi sono? Traduttori DTP specialist

Gemma Capezzone, traduttrice tecnica, DTP specialist e fotografa, Master in tradumatica, ci ha parlato della sua esperienza e del processo di traduzione e DTP nella localizzazione. Partendo dalla spiegazione di cos’è il DTP, ci ha mostrato quale sia oggi il ruolo del desktop publishing nel mondo digitale, nell’elaborazione dei testi destinati soprattutto al web e nella localizzazione. Ha presentato una panoramica molto interessante sui programmi e i formati utilizzati e sulle fasi che compongono il processo di DTP (preparazione o preflight, traduzione, DTP post-traduzione, controlli QA, ecc.), fornendo utili indicazioni per chi voglia intraprendere questa attività.

d) Chi sono? Traduttori internazionalizzatori

Nel suo intervento Matteo Verna, interprete, traduttore e business developer, ci ha invece spiegato come si può tradurre non solo una lingua, ma un intero paese, cioè come passare da semplice traduttore a consulente per l’internazionalizzazione d’impresa. Analizzando la situazione italiana fatta di piccole e medie imprese, per lo più artigianali, legate al territorio, che puntano alla qualità piuttosto che alla quantità, Matteo ci ha aiutato a capire che il loro approccio, nato per i gusti e le esigenze italiane, molto spesso è distante dal mercato mondiale, su cui adesso si trovano a proporsi. In questo ambito il traduttore può giocare un ruolo importante nel progetto di internazionalizzazione, un ruolo che va oltre la mera traduzione e diventa consulenza su come entrare nel mercato di un altro paese.

Panel finale – Rimaniamo umani

La giornata si è degnamente conclusa con questo interessante panel condotto da Andrea Spila, in cui si è discusso di quanto la traduzione sarà permeata di tecnologia in futuro, di quanto questo possa essere negativo o positivo. Partendo dal dato che il 49% delle attività oggi svolte da umani in futuro potrebbero essere svolte da robot, si è concluso che occorre fare attenzione: si parla di attività, non di interi lavori.

La tecnologia svolgerà sicuramente le attività ripetitive e noiose, ma l’umano si occuperà sempre della parte più creativa del lavoro. L’uso della tecnologia gli darà più tempo ed energie da dedicare alle relazioni e alla “bellezza”. Per es. nella traduzione la compilazione terminologica tecnica può essere affidata alla tecnologia (es. repetitions, glossari, TM, CAT tools e/o MT), mentre la parte più creativa, più artistica, la rifinitura finale e le relazioni con il cliente restano nelle mani del traduttore.

Il panel e la giornata si sono conclusi con tre domande ai partecipanti: cosa rende bello il lavoro? In che modo questa bellezza ci riguarda? Come prepararsi?

Io mi sono data alcune risposte. Fate lo stesso e chissà che non scopriate come cambiare il vostro lavoro nei prossimi anni!!!